oltre 150 anni 1867-2019

2019
Costituzione del Consorzio Centro Soccorso Cantonale Pompieri Mendrisiotto

Costituzione del Consorzio Centro Soccorso Cantonale Pompieri Mendrisiotto

1999
Le problematiche chimiche sempre al centro

La chimica mette ancora una volta in allarme i pompieri. L’11 aprile alle ore 19.50, presso la Ditta PAMP di Castel San Pietro, un incendio si sviluppa in un locale deposito di prodotti chimici.

I pompieri, prontamente sul posto, costatano che la situazione è abbastanza critica. Un denso fumo giallastro fuoriesce dallo stabile, evidente segno che a bruciare sia un prodotto chimico e quindi la pericolosità per le vie respiratorie si situa ad un livello molto alto.

Da una ricognizione effettuata all’interno costatano che a bruciare sia una vasca di acido cromico situato in un contenitore della capacità di 100 litri ca. Per far fronte all’opera di risanamento, in appoggio al Corpo di Mendrisio, viene fatto intervenire il Centro Chimico cantonale di Lugano debitamente equipaggiato per la lotta ai prodotti chimici. L’intervento termina alla mattina verso le ore 05.00.

Il 30 aprile, si verifica un incendio che avrebbe potuto avere conseguenze disastrose.

Alle ore 17.00, giunge l’allarme per un incendio presso l’Istituto San Angelo a Castel San Pietro. L’istituto San Angelo, antica costruzione di stile barocco, era stata fatta erigere nel 1600 dalla Nobile Famiglia del Conte Turconi. Dagli anni 50 è adibito a scuola speciale, gestita dalla congregazione delle Suore di Ingenbohl e ospita una quarantina di ragazzi. Strutture interne di alto valore artistico, soffitti in legno a cassettoni, fregi e dipinti decorativi originali.

L’incendio ha origine nel solaio, divora buona parte del tetto, il contenuto del solaio e due locali adibiti ad aula per l’insegnamento. L’immediato intervento dei pompieri è valso a salvare il fabbricato e in modo particolare i grandi valori artistici contenuti. Fortunatamente nessun ragazzo è presente in quei locali toccati dal fuoco.

A livello di materiale, il Corpo riceve dal Dipartimento del Territorio, sezione protezione acqua e aria, uno speciale rimorchio equipaggiato con 250 m di sbarramento galleggiante. Questa speciale attrezzatura, permette di effettuare i dovuti sbarramenti sul lago Ceresio, in caso di presenza di idrocarburi, e quindi procedere al recupero per mezzo degli apposti prodotti assorbenti.

1998
Ancora nuove attrezzature

Da parte del Dipartimento del Territorio, sezione protezione acqua e aria, il Corpo riceve un nuovo veicolo per la lotta contro gli inquinamenti. L’ormai vecchio Dodge del 1977 viene sostituito con un nuovo autocarro M.A.N, motore 6 cilindri con turbocompressore.

Importante passo innovativo è l’istallazione di un generatore di corrente trifase della potenza di 15 KVA, funzionamento tramite la presa di forza in uscita dal motore del veicolo con comandi elettronici in cabina. Un quadro elettrico, situato nella parte posteriore destra,con prese CEE da 400 V e altre da 230 V, un invertitore di fase per gli aggregati che dovessero girare nel senso contrario. Grazie alla potenza del generatore, è stato possibile attrezzare il veicolo con un impianto d’illuminazione fissa, uno stelo idraulico che raggiunge l’altezza di 5 metri dal suolo con fari d’illuminazione della potenza di 2 KW.

Altro particolare attrezzo, un ventilatore Ex di grande portata, che serve in modo particolare per spingere o aspirare i gas di eventuali prodotti chimici penetrati nelle canalizzazioni sotterranee, per esempio le fognature. Evidentemente sul veicolo trovano spazio tutta una serie di attrezzi atti al travaso, allo sbarramento e al recupero di prodotti liquidi, sia su terra che su acqua.

Fra i tanti interventi effettuati nel corso dell’anno, spicca il nubifragio del 1° agosto. Verso le 18.00, il cielo assume degli strani colori che preannunciava l’arrivo di un temporale, un forte vento accompagnato da pioggia coinvolge la regione del Mendrisiotto.

Alle 18.15, nella regione fra Melano, Maroggia e Rovio, si abbatte una violenta grandinata della durata di ca 15 minuti. Dalle 18.30, molteplici chiamate giungono alla caserma dei pompieri in modo particolare dal Comune di Rovio. I pompieri giunti sul posto trovano una situazione a dir poco drammatica. La grandine si è abbattuta rovinosamente, buona parte dei tetti del paese sono distrutti per effetto della violenza, “chicchi della grandezza paragonabile a palline da tennis”. La maggior parte delle vetture parcheggiate all’esterno presentano danni irreparabili, addirittura tetti sfondati, vetri frantumati, ecc. Situazione critica per le abitazioni, infatti a seguito della devastazione dei tetti, l’acqua penetrando all’interno, allagava gli appartamenti.

I pompieri, vista la grandezza dell’evento, istituiscono uno Stato Maggiore di condotta comunale. Nelle operazioni di intervento, oltre ai pompieri sono stati allarmati la Protezione Civile e la Divisione militare, in particolare per la messa a disposizione di materiale e mezzi.

Il totale delle chiamate, in seguito interventi, sono state ben 121, di cui 18 nel comune di Melano, 2 a Maroggia e ben 101 nel comune di Rovio, vale a dire che quasi tutte le abitazioni del Comune hanno subito un danno. L’intervento del pompieri si è protratto sull’arco di due giornate, in seguito per i lavori di pulizia e ripristino, è intervenuto l’Esercito con i militi della Scuola reclute del Monte Ceneri.

1997
Il fuoco sempre protagonista

Anno caratterizzato da diversi interventi per inquinamenti, incidenti stradali, ma in modo particolare il fuoco l’ha fatta ancora da padrone. La data di sabato 05 luglio resterà sicuramente impressa nella memoria dei pompieri di Mendrisio.

Alle ore 00.28, scatta l’allarme per un grave incidente della circolazione avvenuto in via Rinaldi, strada che dalla Campagna Adorna porta a Rancate. Un’autovettura è fuoriuscita dal campo stradale andando a schiantarsi contro un palo dell’illuminazione pubblica: tre giovani sono intrappolati all’interno e feriti in modo più o meno grave. Prontamente all’armato il gruppo di picchetto notturno, i militi si recano sul posto con un'autobotte, un primo soccorso e l’apposito veicolo del soccorso stradale.

Un attimo dopo, alla centrale della caserma giunge una chiamata per un grande incendio presso il calzaturificio ASTRA di Stabio.

Sono esattamente le ore 00.38, l’ufficiale presente in caserma organizza l’allarme di altri due gruppi di picchetto.

Dal rapporto del Capo intervento, cap Renzo Quattropani:

Durante il tragitto verso il luogo del sinistro, giunti all’altezza di Ligornetto si nota un grande bagliore che rischiara tutta la zona, si percepisce che trattasi di un incendio che ha già assunto notevoli dimensioni.
Arrivati sul posto, la situazione appare immediatamente critica. Tutto lo stabile è completamente avvolto dalle fiamme, le stesse, a causa del vento da nord, lambiscono la facciata di un palazzo situato a ridosso, le famiglie sono tutte all’esterno.
Violenti esplosioni si susseguono a scadenze regolari, provocando fiammate che si alzano per decine di metri verso l’alto.
Viene ordinato l’allarme generale a tutti i militi del Corpo e la richiesta di un distaccamento del Corpo pompieri di Chiasso in appoggio con mezzi pesanti.
Le fasi applicate dal Capo intervento (CI) si possono riassumere in sei punti:Il tipo di costruzione della fabbrica consisteva, in un piano interrato in cemento armato e il piano terreno completamente in strutture metalliche. 
Per effetto del grande calore (stimato in seguito sui 1000° C) la struttura in metallo dava evidenti segni di cedimento, quindi l’ordine generale impartito da CI è stato perentorionessun milite entra all’interno del fabbricato per nessun motivo. Considerato il tipo di industria, non mancavano certamente gli elementi atti ad alimentare il fuoco, colle, vernici, prodotti chimici altamente infiammabili ed esplosivi, pericolo d’intossicazione dai fumi e gas di combustione, quindi un potenziale altamente pericoloso presente in quantità non indifferenti. 
L’incendio è dichiarato sotto controllo al mattino seguente verso le ore 1030, l’opera del totale spegnimento e raffreddamento si è protratta fino alla sera di domenica 06 luglio. 
Malgrado i grossi pericoli dovuti alla particolare situazione, fra le forze d’intervento non si è verificato nessun infortunio. Si precisa che quest’evento risulta uno dei più importanti per ordine di grandezza verificatosi negli ultimi anni nel cantone Ticino.

Il 15 ottobre, altro particolare intervento presso il Calzaturificio BALLY di Stabio. A prender fuoco è l’impianto di aspirazione che trasporta i residui di polvere del cuoio in lavorazione. Il fuoco si è propagato lungo tutta la canalizzazione fino a raggiungere i “Silos” di contenimento. Il pronto ed efficace intervento dei pompieri ha fatto sì che la fabbrica fosse salva limitando il danno unicamente all’impianto di filtraggio, intervento durato diverse ore.

La notte del 23 dicembre, alle ore 0100 scatta l’allarme per l’incendio presso la ditta SNOPEX, macchine agricole a Mendrisio. L’intervento dei pompieri è valso a salvare buona parte del macchinario e dei beni presenti.

1996
Le tematiche legate all'inquinamento

L’impianto radio è completamente sostituito da un moderno e più potente sistema. La copertura delle trasmissioni e in particolare degli allarmi, è garantita da una stazione centrale situata sul colle di Tremona e da una stazione secondaria in territorio di Maroggia. Ad ogni milite viene consegnato il proprio apparecchio ricerca persone per la ricezione degli allarmi.

Il Gran Consiglio approva la nuova “Legge sull’organizzazione della lotta contro gli incendi, gli inquinamenti ed i danni della natura” (LLI), che sostituisce la “Legge sulla polizia del fuoco” del 1976. La stessa prevede il riordino delle competenze e la suddivisione dei compiti fra Cantone e Comuni e delle procedure in materia di prevenzione degli incendi e di polizia del fuoco, degli incendi di bosco, degli incidenti chimici (sostanze pericolose) nonché degli inquinamenti da idrocarburi.

Il nuovo regolamento di applicazione deve ancora essere elaborato.

Il problema inquinamento del suolo e delle acque è sempre presente. Infatti sono frequenti le chiamate per interventi su strade e corsi d’acqua. Nella casistica del 1996, fra i molti segnalati ne risulta uno particolare con conseguenze disastrose per la fauna ittica.

Il giorno 11 aprile, si verifica un inquinamento di rilevanti dimensioni sul fiume Laveggio. A seguito dell’immissione di un prodotto chimico (soda caustica) nel citato fiume, all’altezza della foce a Capolago il fiume si presenta per un buon tratto completamente ricoperto di pesci morti che galleggiano. In totale ne vengono recuperati ca. 15 quintali che saranno poi inceneriti come rifiuto speciale.

1994
L'introduzione del concetto concetto “Esercito - Protezione Civile - Pompieri 95

Per volontà del Governo Federale, è imminente l’entrata in vigore del nuovo concetto “Esercito - Protezione Civile - Pompieri 95”. Questo nuovo concetto porta nuove competenze ai pompieri. In sostanza, negli anni futuri, i pompieri dovranno assumere tutti i compiti relativi alla lotta contro il fuoco e il soccorso in caso di catastrofi ed anche in caso di eventi bellici.

Il 19 gennaio, allarme per un’esplosione a Ligornetto, durante la fase di decontaminazione di un’autocisterna adibita al trasporto di materie pericolose, una violenta deflagrazione seguita da un principio d’incendio s’innesca nel capannone adibito a garage. L’intervento immediato è valso a salvare l’infrastruttura ed il suo contenuto.

Il 30 settembre è caratterizzato da un evento chimico presso una ditta di Rancate, dove ha luogo una fuoriuscita di acido cloridrico. Anche in questo caso, si è fatto richiesta del centro chimico cantonale di Lugano.

Nel corso dell’anno, diversi interventi per incidenti della circolazione con persone incastrate fra le lamiere.

Fine agosto e inizio settembre caratterizzato da interventi per allagamenti a seguito di violenti nubifragi.

Il 19 novembre, altro intervento in presenza di prodotti in gomma e chimici. Il fuoco questa volta sta divorando parte dei prodotti accatastati all’esterno della ditta Globogomma di Stabio.

1994
L'acquisizione del veicolo Unimog U 1550

 

Da parte del Dipartimento Finanze, Ufficio incendi, il Corpo viene dotato di un nuovo autocarro per la lotta contro gli incendi di idrocarburi. Trattasi di un veicolo Unimog U 1550, equipaggiato con impianto di spegnimento di 1000 kg polvere e 90 kg di CO2 ed inoltre quattro tute di protezione integrale per l’avvicinamento del milite al fuoco. Impianto di concetto estremamente moderno in sostituzione del vecchio Unimog S.

Come già in altri Corpi del Cantone ed oltre Gottardo, anche Mendrisio propone di istituire una sezione di “giovani pompieri”.

I figli e le figlie dei militi attivi, in una fascia d’età fra i 10 / 18 anni, avranno così la possibilità di avvicinarsi all’attività con un programma a loro riservato.

1993
Il supporto alle regioni del locarnese

Se per il comprensorio dei pompieri di Mendrisio è stato un anno di “normale attività”, questo non lo si può affermare per le regioni del Locarnese e le Tre Valli. Infatti nel mese di ottobre, queste regioni sono state duramente toccate da incessanti ed avverse condizioni meteorologiche. Gli eventi naturali, di dimensione regionale, hanno fatto sì che il Governo cantonale dichiarasse lo stato di necessità. Oltre alle forze d’intervento di stanza nelle due regioni, anche i pompieri di Mendrisio (come altri centri) sono chiamati a collaborare (a turni diurni e notturni) con uomini e mezzi, in modo particolare nella zona del Locarnese a seguito dell’esondazione del lago Verbano (impiego per la vuotature di abitazioni e scantinati completamente sommersi d’acqua; problematica circa le cisterne contenenti olio da riscaldamento, prevenzione e recupero prodotto con speciali assorbenti).

1992
Si festeggiano i 125 anni del Corpo

È stato un anno particolare per il movimento pompieristico di Mendrisio che sicuramente farà storia negli annali del Corpo. Infatti la ricorrenza dei 125 anni di fondazione è un traguardo importante che onora i pompieri di oggi e di ieri del Borgo. I festeggiamenti sono indetti nelle giornate del 9 e 10 maggio e si concludono con l’annuale assemblea della federazione Cantonale Ticinese dei Corpi pompieri. Nelle due giornate, il Borgo vede all’opera, nelle diverse piazze e vie, i militi impegnati in esercizi dimostrativi con tutti i mezzi a disposizione. Particolare attrattività rappresentata dall’atterraggio e stazionamento di un elicottero “Puma” della Heli-TV nell’allora parcheggio del Piazzale alla Valle in rappresentanza delle forze d’intervento per gli incendi di bosco. Altro particolare momento apprezzato dalla popolazione della regione, la sfilata del Corpo con tutti i mezzi a disposizione per le vie centrali del Borgo accompagnati dalle note della Civica Filarmonica di Mendrisio.

Nuovo ampliamento della caserma. Questa volta tocca all’aula di teoria che può ospitare fino a 80 persone, debitamente equipaggiata con moderni mezzi per l’istruzione teorica.

Il Comune, approva la richiesta del Cdo di dotare tutti i militi del nuovo casco di protezione F1 (modello francese), completo d’occhiali e calotta speciale contro l’irradiazione del calore.

L’auto comando Citroen, donata nell’ormai lontano 1971, è sostituita con un nuovo veicolo Renault 21 caravan fornito dal Dipartimento Finanze, ufficio incendi.

Il Corpo viene dotato di una nuova e moderna autobotte dell’ultima generazione, autocarro Mercedes equipaggiato con pompe Rosenbauer. Caratteristica principale: comandi per il funzionamento delle pompe completamente elettronico con regolatore automatico della pressione. Capacità cisterna 2500 litri di acqua e 300 litri di estratto di schiuma, possibilità di lavorare con acqua sulle condotte media pressione e contemporaneamente schiuma sulle condotte alta pressione. Inoltre è dotata di un cannone fisso sul tetto con una portata del getto schiuma fino a 75 metri di distanza.

Il 21 febbraio, il Corpo è chiamato ad intervenire a Stabio presso l’ex Salumificio Piazza per la fuoriuscita di acido.

Delicatissimo intervento, che oltre ai militi del Corpo di Mendrisio, ha visto impegnato per la prima volta dalla sua costituzione, il centro chimico cantonale dei pompieri di Lugano.

Fra il 01 e il 02 giugno, un violento nubifragio si abbatte sulla regione e diversi Comuni sono colpiti dalle abbondanti piogge. Una quarantina i militi mobilitati per prestare soccorso ai richiedenti, totale 463 ore di intervento.

1991
La ristrutturazione del Corpo

Il Corpo viene ristrutturato. Si formano due sezioni di intervento assegnando incarichi, mansioni e competenze. L’approvazione e l’entrata in vigore del nuovo Regolamento del Corpo Civici pompieri segna un passo importante verso il futuro, che sottolinea l’interesse e l’impegno delle Autorità comunali nei confronti del movimento pompieristico del Borgo.

Fra gli interventi più importanti si segnala:

La caserma subisce una prima trasformazione e ampliamento per creare ulteriore spazio a nuovi mezzi forniti dal Dipartimento, più precisamente:

1990
Brenno Gristetti e il 50° di fondazione della Federazione Cantonale Ticinese dei Corpi Pompieri

Cambio della guardia al comando del Corpo. A fine maggio il Cdt Claudio Ortelli rassegna le sue dimissioni dopo nove anni in qualità di comandante e in totale 25 anni di appartenenza. A nuovo comandante viene nominato Brenno Grisetti che è anche comandante della locale Polizia comunale.

Il 13 luglio, un incidente abbastanza particolare richiede l’intervento dei pompieri. In zona di Tremona si è verificata la caduta di un elicottero e fortunatamente ci sono solo feriti leggeri. I pompieri sono stati impegnati per la prevenzione incendio ma in modo particolare per il recupero del carburante presente nel serbatoio.

Il 16 settembre, a Lugano, si hanno i festeggiamenti per il 50° di fondazione della Federazione Cantonale Ticinese dei Corpi Pompieri. Anche i pompieri di Mendrisio partecipano a questa importante giornata di festa del movimento pompieristico ticinese.

La FEDERAZIONE CANTONALE TICINESE DEI CORPI POMPIERI, è stata fondata nel lontano 17 marzo 1940. Da poco più di sei mesi, l’Europa sta vivendo quella che diventerà la più grande catastrofe della sua storia. La Germania di Hitler ha invaso la Polonia. Pochi giorni prima, l’eroico esercito finlandese ha dovuto capitolare, pur essendo riuscito a mantenere l’indipendenza della nazione, di fronte alle preponderanti forze sovietiche. Nei mesi successivi la Germania inizierà l’invasione della Danimarca e della Norvegia, cui faranno seguito il Belgio, l’Olanda, il Lussenburgo e la Francia. L’Italia fascista entrerà in guerra, a fianco del potente alleato, il 10 giugno, completando così l’accerchiamento della Svizzera. Dal 2 settembre 1939 il nostro esercito vigila alle frontiere. Il 25 luglio il gen. Guisan terrà, sul Rütli, il suo rapporto che diventerà leggendario. E’ in questo clima, e forse proprio sotto l’influsso di quest’ultimo, che a Bellinzona, avviene ciò che, nella realtà ticinese dell’epoca, può sembrare quasi miracoloso. I pompieri ticinesi, raggruppati fino ad allora nella Federazione cantonale dei pompieri e nell’Associazione ticinese dei corpi pompieri, in una memorabile assemblea presieduta dall’on. Isidoro Antognini, presidente del Governo e direttore del Dipartimento delle finanze, decidono di unirsi in un’unica associazione che si chiamerà Federazione cantonale ticinese dei corpi pompieri. La costituzione della Federazione non fu né facile né subito bene accetta. Essa fu il risultato di laboriose trattative iniziate già nel 1939.

1989
L'incendio alla fattoria Zanini

Intervento congiunto fra i pompieri di Mendrisio e Chiasso per l’incendio della fattoria Zanini a Novazzano. Evidenti problemi di approvvigionamento di acqua mettono a dura prova i militi che devono stendere condotte di alimentazione da idranti situati in territorio di Genestrerio a distanza rilevante. L’intervento si protrae per tutta la notte fino al giorno successivo in serata.

1988
Ancora sulle problematiche legate alla Chimica

Il Comando si china nuovamente sul problema chimico. Così autorizzati dalla Commissione polizia del fuoco e col benestare del Dipartimento dell’ambiente, per il tramite dei Lod. Municipi del comprensorio, il Cdo dà avvio ad un’inchiesta unica nel suo genere in Ticino, tendente ad ottenere tutte le informazioni importanti sulla lavorazione e stoccaggio di sostanze chimiche nonché la sensibilizzazione delle fabbriche e dell’opinione pubblica circa questo fenomeno che incombe con sempre più insistenza.

Un apposito formulario viene recapitato a tutte le aziende e industrie coinvolte con il problema, che nel nostro comprensorio sono situate prevalentemente a Mendrisio, Rancate, Stabio e Riva San Vitale.

Il Dipartimento Finanze consegna ai sei Corpi di I° gruppo una nuova autobotte Magirus Iveco M 160, dotata di cisterna con 1600 litri di acqua, veicolo pesante ma con dimensioni contenute, atto in modo particolare a transitare nei vecchi nuclei abitativi.

Il 23 agosto, mentre si scatena un violento temporale sulla regione, un fulmine colpisce la Chiesa Parrocchiale di Genestrerio, l’antico organo viene distrutto dalle fiamme, ingenti danni a tutta la chiesa per l’annerimento delle pareti e soffitti causati dall’acre fumo nero.

1986
Nuovi equipaggi per il soccorso stradale

In considerazione dei gravi incidenti stradali, che mietono giovani vite umane, il Cdo del Corpo si china sul problema circa l’eventuale fornitura di apparecchiature speciali di salvataggio per persone imprigionate fra le lamiere contorte.

Per l’acquisto di questo tipo di apparecchiature, il Dipartimento Finanze, Ufficio incendi, non prevede alcun sussidio; l’onere è assai elevato.

L’impulso alle Autorità comunali per l’acquisto dell’apparecchiatura di soccorso è dato dalla Ditta REX SA di Mendrisio, che fa dono al Corpo di un nuovissimo veicolo (Mitsubishi 4x4) atto ad essere equipaggiato opportunamente per questo genere d’intervento.

L’attrezzatura vera e propria viene fornita dal Comune con la partecipazione finanziaria dei 18 Comuni del comprensorio facenti capo al Centro di soccorso di Mendrisio.

1982
L'attenzione alle problematiche della Chimica

Il comando sotto la direzione del cap C. Ortelli, dà avvio ad un'inchiesta mirata alla prevenzione nelle sale ad uso pubblico del comprensorio con l’intento di coinvolgere le Autorità comunali e sensibilizzare l’opinione pubblica sui vari aspetti della sicurezza e la prevenzione in generale.

Non tralasciando di sensibilizzare la popolazione sull’uso corretto del 118, ognuno, a fin di bene, può tempestivamente segnalare particolarità di pericolo e mettere così in movimento la macchina dei soccorsi con grande guadagno di tempo.

Cominciano i primi problemi di ordine chimico. In una fabbrica di Rancate, i pompieri di Mendrisio sono chiamati per risolvere un problema circa la fuoriuscita di acido cloridrico e soda caustica.

Questo intervento mette in risalto il grande problema chimico: i pompieri del Cantone non sono ancora attrezzati convenientemente per far fronte a questo tipo di evento.

La chimica sta assumendo grande importanza nell’industria; da non dimenticare i valichi doganali di Chiasso Brogeda e Giaggiolo e lo scalo FFS di Chiasso. In questi punti transitano quotidianamente grandi quantità di prodotti che in caso di qualsiasi incidente potrebbero essere coinvolti marginalmente o direttamente.

Il Lod. Dipartimento dell’ambiente viene quindi sollecitato a risolvere la problematica con studi approfonditi e ricerca dei necessari mezzi e materiale da mettere a disposizione dei pompieri.

1981
Un anno particolarmente ricco di eventi

Anno particolarmente ricco di eventi, 126 in totale gli interventi, di cui 48 allagamenti e 24 incendi di boschi e sterpaglie anche di grandi dimensioni. Il 22 agosto, proprio di fronte alla caserma sulla via Zorzi che accede all’autostrada, si rovescia un'autocisterna carica di olio da riscaldamento. Fortunatamente non si verifica nessuna fuoriuscita di carburante grazie alla tenuta stagna dei bocchettoni. Il lavoro dei pompieri consiste nell’applicazione delle misure di prevenzione.

1980
Ezio Bellati si congeda dal Corpo

Il comandante Cap Ezio Bellati rassegna le dimissioni dal Corpo dopo ben 18 anni di conduzione e 35 in totale di appartenenza. Viene festeggiato in occasione della cena annuale contemporaneamente al suo subentrante il vice comandante Iten Claudio Ortelli. A nuovo vice comandante è nominato il Ten Renzo Quattropani.

1978
11 mila litri di benzina in fiamme

Anno segnato da un altro importante evento in materia di idrocarburi. Nel pomeriggio del 03 agosto alle ore 1420, a Stabio sulla strada cantonale, un autocisterna composta da autocarro e rimorchio carica di 20'000 litri di benzina super, appena entrata dal valico del Giaggiolo, effettua il primo scarico di carburante alla stazione di distribuzione City, (circa 11'000 litri, in pratica il contenuto del rimorchio). Effettuata l’operazione di scarico, l’autista con il suo mezzo si dirige verso Mendrisio dovendo raggiungere Rivera per il prossimo scarico di benzina.

Inaspettatamente l’evento. Dopo aver scaricato il prodotto, l’autista avvolge il lungo tubo di gomma sull’apposito rullo situato fra la cabina di guida e la cisterna. Per cause non molto chiare, il tubo si sfila andando a strisciare sull’asfalto, i raccordi metallici a contatto con il terreno innescano la scintilla e quindi i residui di benzina presenti all’interno del tubo prendono fuoco raggiungendo la cabina.

Il conducente, resosi subito conto di quanto stava accadendo, sopportando il dolore delle ustioni alla schiena e alle spalle, giunto all’altezza della ditta F.lli Valli Vini SA, con prontezza di spirito, indirizza il grande mezzo verso un campo di granoturco mentre egli si getta dalla cabina.

Il veicolo si arresta a pochi metri dalla cantina Vinicola citata: altissime fiamme e una colonna nerissima di fumo s’innalzavano dal luogo del grande rogo.

I pompieri di Mendrisio, subito allarmati, si portano sul posto con tutti i mezzi e uomini a disposizione. Il lavoro è reso altamente pericoloso dal prodotto in fiamme ancora presente nella cisterna e quello fuoriuscito sul terreno. L’altissima temperatura rende pressoché impossibile l’avvicinamento e quindi si deve intervenire unicamente con lunghi getti d’acqua per raffreddare, polvere e schiuma per spegnere.

Dopo circa un ora d’intenso lavoro, i pompieri dichiarano sotto controllo la situazione.

L’intervento è valso a limitare i danni unicamente all’autocisterna che è andata completamente distrutta, al recupero del carburante ancora presente e a salvare le costruzioni circostanti in modo particolare la casa vinicola che in un primo tempo era fortemente minacciata dalle violenti fiamme e dal grande calore.

L’autista ha riportato serie ustioni alla schiena e alle spalle ed è stato ricoverato all’Ospedale di Varese per mezzo dell’ambulanza della Croce Verde di Mendrisio.

Il 28 settembre altro impegnativo intervento a Meride. La fattoria Beati è in preda alle fiamme. È situata all’estremo lato ovest, isolata dal nucleo, nella stalla sono presenti 24 capi di bestiame. Il primo intervento è concentrato per portare in salvo tutto il bestiame, prima che tutto il tetto e il sottostante fienile sprofondino sulla stalla. Difficoltà di approvvigionamento d’acqua ha reso difficile le operazioni di spegnimento che si sono protratte sull’arco di due giorni.

In una notte di metà novembre, il Corpo è chiamato per un incendio scoppiato presso il demolitore di auto usate alla Rossa di Rancate.

Particolare pericolo è rappresentato dalle numerose esplosioni dovute alla presenza di diverse bombole di acetilene, ossigeno e gas propano, oltre al carburante, olio, e numerosi pneumatici completamente avvolti dalle fiamme.

Grande difficoltà di approvvigionamento d’acqua hanno messo alla prova sia i militi che i mezzi.

Infatti, l’acqua di spegnimento doveva essere in continuazione trasportata con due autobotti che facevano la spola fra il luogo dell’intervento e un idrante del comune di Riva San Vitale.

1977
La rivoluzione dell'allarme Radio

Problema di mobilitazione dei militi
Una volta i pompieri venivano allertati per mezzo delle guardie del fuoco che a voce passavano a dare l’allarme, quindi si è passati alla campana a martello e cornette. Nel 1929 viene installata la prima sirena a comando elettrico sul tetto del palazzo comunale, impianto ampliato e sostituito con nuove sirene della PA all’inizio del periodo della seconda guerra mondiale. Dagli anni 60, oltre alle sirene, anche un sistema di teleallarme per gruppi (suoneria e luce rossa fissa nell’abitazione del milite).

Sistema molto apprezzato specialmente di notte per evitare l’uso delle sirene che oltre a richiamare i pompieri, richiamano anche diversi capannelli di curiosi che arrivano in deposito per sapere cosa e dove brucia. Questo sistema è in seguito sostituito con gli apparecchi telefonici. Il Corpo viene suddiviso in quattro gruppi di allarme, (gruppo 1, 2, 3 e 4, ognuno composto da 10/12 militi) dando così la possibilità di allarmare il gruppo completo formando un unico numero. L’allarme telefonico si distingue dallo squillo continuo del telefono che dura fintanto che, chi effettuava l’allarme (di regola il Comandante) teneva premuto il pulsante di chiamata.

Nel corso del 1977, il Corpo viene dotato di un rivoluzionario sistema di allarme. Infatti, si passa al sistema radio. Interviene quindi una nuova centrale radio presso il deposito e una parallela presso la Gendarmeria di Mendrisio che è anche la ricevitoria del numero di chiamata del servizio incendio 118.

Sono consegnati sei apparecchi radio ricetrasmittenti e dodici apparecchi ricerca persone per i militi di picchetto.

1976
La nuova autobotte Magirus Deut

Quell’anno è segnato dalla fornitura della nuova autobotte Magirus Deutz, 2’500 litri di acqua, pompa ad alta pressione (60 bar) pompa media pressione (30 bar), tutto il necessario per la schiuma e materiale diverso atto a combattere il fuoco.

Il 30 settembre alle ore 0410, a seguito di un grave incidente presso l’azienda del gas di Chiasso, il nostro Corpo è allarmato per collaborare con i pompieri della città di confine all’intervento in corso.

1974
Una nuova scala meccanica da 22 mt

Il Corpo è dotato di una nuova scala meccanica rimorchiabile della lunghezza di 22 metri, azionata a motore, della ditta Ehrsam di Wädenswil.

Alle ore 1500 del 28 aprile, l’allarme scatta per un incendio presso la falegnameria Bernaschina a Riva San Vitale. A parte i danni subiti al magazzino, tutta la fabbrica e l’abitazione sono stati risparmiati dal fuoco grazie all’intervento dei pompieri.

Altro importante intervento il primo pomeriggio del 02 agosto presso la fattoria Palotti a Stabio. Tutto il bestiame ha potuto essere messo in salvo prima che la soletta del fienile, completamente divorato dalle fiamme, potesse rovinare all’interno della stalla.

Il 30 agosto si verifica il primo importante inquinamento del suolo a Stabio. Un’ autocisterna carica di olio da riscaldamento si rovescia sul campo stradale con la conseguente fuoriuscita di 12'000 litri di prodotto che si disperdono nel terreno e nel fiume Laveggio. Nonostante il pronto intervento, i pompieri si trovano pressoché impotenti di fronte a questo tipo di evento perché non dotati del necessario materiale e mezzi. A seguito di questo incidente, il Dipartimento del Territorio si china sulla problematica ed in seguito il Corpo sarà dotato dei mezzi necessari per combattere gli inquinamenti sia del suolo che delle acque. Tuttavia, la fornitura dell’attrezzatura slitta all’anno 1977 quando tutti i sei Corpi di I gruppo ricevono il nuovo veicolo Dodge completamente equipaggiato. In modo particolare vi si trova alloggiato materiale assorbente per terreno e acqua e il necessario per la posa degli sbarramenti su corsi d’acqua, pompe di travaso, generatore di corrente, attrezzature elettriche Ex (antideflagrazione per la presenza dei gas esplosivi), cavi per la messa a terra, ecc.

1972
Un annanta costellata da grandi incendi

Si verificano diversi importanti incendi:

1971
L'incendio di Palazzo Pollini

Particolare intervento in gennaio. Infatti, il Corpo viene richiesto per l’incendio al Palazzo Pollini. Grazie alla prontezza e ai mezzi a disposizione i danni sono contenuti così da salvare un patrimonio artistico insostituibile.

Da parte di un anonimo benefattore, nel mese di maggio, viene fatto dono al Corpo di una lussuosa e fiammante autovettura Citroen Break 21 DS, tipo caravan. La stessa è dotata di un impianto di spegnimento composto da due sfere contenenti, una 50 kg di polvere e l’altra 50 litri di acqua leggera, situato su un carrello alloggiato nel vano baule. L’autovettura serve in particolare all’Ufficiale di picchetto per i trasferimenti sul luogo dell’intervento.

Giovedì 03 giugno ore 14.25, un autotreno con 20'000 litri di carburante è in fiamme presso il deposito di carburanti in zona Cercera a Rancate. E’ questo il primo e vero importante evento presso un deposito di carburanti della regione.

1970
Record di interventi

In quell’anno le ore d’intervento raggiungono una cifra record: 2011, delle quali (623) solo per spegnimento di boschi.

1969
I nuovi depositi di carburante

Nell’ultimo decennio, il distretto di Mendrisio vede sorgere importanti depositi di carburante, i famosi “funghi”. Vi si trovano stoccati circa 400 milioni di litri fra benzina e olio combustibile. E’ un vero “fiume” di carburante che giornalmente, entrando dai valichi con l’Italia si spande per il distretto e, in modo particolare, nel comprensorio del Corpo di Mendrisio.

Il comandante capitano Ezio Bellati in quel periodo si trova confrontato con diversi problemi inerenti alla prevenzione e tutta la questione annessa al fenomeno.

Sono promossi diversi studi sulla pericolosità: in quest’ambito vengono coinvolti i diretti responsabili dei depositi. In uno spirito di reciproca collaborazione qualcosa si ottiene (reclutamento di personale addetto a favore del Corpo, sistemi di allarme, impianti di spegnimento fissi e mobili, ecc.).

In un suo rapporto steso all’attenzione del Lod. Municipio di Mendrisio, il cap Bellati evidenzia che, nonostante la “modesta” attrezzatura in dotazione per quegli anni, si poneva la necessità di dotare il Corpo di veicoli antincendio adatti a combattere un eventuale incendio di carburanti.

Scriveva Bellati nel 1969:

l’attrezzatura del Corpo Pompieri di Mendrisio può attualmente far fronte ad incendi di carburante di modeste proporzioni. Benché Mendrisio può avvalersi della collaborazione dei pompieri di Chiasso e di Lugano, soltanto quest’ultimo (dal 1967) dispone di due veicoli pesanti per la lotta contro grandi incendi di idrocarburi, quest’ultimi di proprietà dell’esercito (che in un primo tempo dovevano essere attribuiti al Corpo di Mendrisio).

Il Dipartimento delle Finanze è anch’esso coinvolto e sollecitato a dotare il Corpo di Mendrisio di mezzi adatti: un autocarro con almeno 750 kg di polvere e impianto spegnimento ad acqua leggera e l’abbigliamento adatto ai militi per far fronte a questo tipo di intervento.

La richiesta è accolta ma in altra forma. Invece di potenziare unicamente il Corpo di Mendrisio con un grande mezzo, il Dipartimento opta per l’acquisto e la fornitura ai sei Corpi di I° gruppo di un veicolo Unimog S dotato di 500 kg di polvere e 500 litri di acqua leggera. Nel rapporto finale si evidenzia come la soluzione fosse la migliore perché in caso di effettiva necessità, Mendrisio avrebbe potuto far capo ad altri cinque veicoli di sostegno provenienti dagli altrettanti Corpi.

1968
Il grande incendio dell'Azienda Ferrazzini

Gli interventi non mancano, in particolare l’incendio presso l’agenzia Agricola Ferrazzini Lionello in via Franscini, stabile formato da tre capannoni contigui nelle immediate vicinanze dell’ufficio postale e della stazione FFS di Mendrisio.

L’allarme scatta alle ore 01.50 e, all’arrivo dei pompieri, la situazione appare subito critica. Impossibile accedere all’interno per tentare di salvare il contenuto: il capannone è completamente avvolto dalle fiamme che in taluni punti fuoriuscivano già dal tetto.

L’opera di spegnimento si svolge in condizioni molto pericolose e difficili. In primo luogo è impossibile l’immediato intervento a causa della vicinanza della linea ferroviaria del Gottardo: occorre stare in attesa finché non fosse stato dichiarato da parte degli organi FFS che le linee di contatto erano state disinserite e il movimento dei treni completamente fermo.

Violenti esplosioni dovute alla presenza di bombole di acetilene e ossigeno, prodotti spray in grande quantità, cisterna con distributore di benzina, deposito per la nafta, macchinari agricoli nuovi e in riparazione alimentano in modo impressionante le fiamme.

Un grande pericolo è rappresentato dai muri maestri che minacciano il crollo.

L’intervento, protrattosi per diverse ore, grazie al prodigarsi dei militi è valso a evitare l’estensione alle vicine costruzioni. Il danno totale alla ditta Ferrazzini è stato calcolato in circa 600’000.- franchi.

1967
Il nuovo autocarro MOWAG, 8 cilindri

Il parco veicoli viene ulteriormente potenziato con la consegna di un nuovo fiammante veicolo di I° intervento, autocarro MOWAG, 8 cilindri a V. Il veicolo si addice a tutti i tipi d’intervento, in modo particolare comprende estintori a Polvere – Schiuma e CO2, il necessario per lo spegnimento delle canne fumarie, generatore di corrente con cinque fari d’illuminazione, motosega, pompe ad immersione, servizio delle condotte, apparecchi per la protezione della respirazione, scala italiana, materiale per il servizio elettrico per bassa ed alta tensione, ecc.

1966
La scomparsa di Pierino Vanini

Un grave lutto colpisce la famiglia pompieristica di Mendrisio. Il 27 settembre scatta un allarme fuoco presso il silo della Ditta Otto Scerri a Genestrerio. La prima partenza viene effettuata con il veicolo Land-Rover, a bordo due militi ed il vice comandante Iten Pierino Vanini alla guida del mezzo.
Giunti in prossimità del Campo Sportivo di Mendrisio, il conducente si accascia sul volante. I due militi, seduti sui sedili posteriori, tentano di richiamare il conducente ma inutilmente, vista la situazione non tentennano e, aperto il portellone posteriore, si lanciano all’esterno. Il veicolo finisce la sua corsa attraversando una zona erbosa e andando ad arrestarsi definitivamente contro il cancello del Mercato Coperto.

I soccorsi non sono valsi a scongiurare la prematura morte del Iten Pierino Vanini. La notizia suscita profondo cordoglio in tutta la regione, in modo particolare nella grande famiglia dei pompieri Ticinesi dove il Iten Vanini era persona conosciuta per le sue doti di milite prima, Furiere in seguito ed infine ottimo Ufficiale ed istruttore federale.

A seguito della scomparsa del Iten P. Vanini, il Lod. Municipio emette un bando di concorso per il posto di Vice Comandante. La scelta va a favore di Claudio Ortelli di Mendrisio, attivo nel campo dell’edilizia quale Capomastro. Dopo l’assolvimento dei corsi di abilitazione, viene ufficialmente nominato Vice Comandante con il grado di I Tenente. Il 19 dicembre scatta nuovamente l’allarme per un incendio alla Torcitura Segoma di Riva San Vitale. L’immediata segnalazione dell’incendio e la tempestività di intervento, fa sì che i danni siano molto contenuti.

1965
Un anno ricco di eventi

Il Corpo consortile dei Vigili del fuoco si è dimostrato capace di intervenire tempestivamente ed efficacemente su tutto il territorio assegnatogli dal Lod. Dipartimento delle Finanze, Servizio difesa contro gli incendi, grazie ai nuovo mezzi in dotazione, all’esperienza acquisita dai militi in uno sforzo non indifferente per l’istruzione e in modo particolare all’ottima camerateria regnante nel Corpo.

Le relazioni con le Autorità cantonali, improntate su un’attiva collaborazione, hanno permesso il completamento dell’attrezzatura e del parco veicoli.

In modo particolare sono stati forniti: l’equipaggiamento personale dei militi (nuovo casco, tuta di lavoro, stivali in cuoio, ecc.), nuovo veicolo di I° intervento, Jeep Land-Rover particolarmente apprezzato perché dotato di telefono mobile, una primizia per quei tempi, e materiale da pioniere e lotta contro il fuoco.

Il Lod.Dipartimento delle Finanze ha inoltre ratificato le nuove convenzioni a suo tempo stipulate con i comuni già citati che formano ancora attualmente il comprensorio d’intervento.

Con l’entrata in vigore definitiva delle suddette convenzioni, si verificano i seguenti sostanziali mutamenti: scioglimento del Corpo consortile Vigili del Fuoco di Mendrisio
Allo stesso subentra il Corpo Civici pompieri Mendrisio che assicura l’intervento in tutti i Comuni firmatari della convenzione.

Con il rinforzamento del Corpo centrale, non è più giustificata la presenza e il mantenimento di materiale e mezzi in sedi dislocate, nonostante la buona volontà dimostrata dagli effettivi di quei Comuni negli anni di appartenenza al Corpo consortile Vigili del Fuoco.

I militi di questi Comuni, vengono interpellati per sapere se se volessero continuare la loro attività come incorporati nel Corpo Civici pompieri di Mendrisio con l’obbligo di partecipazione all’istruzione mensile secondo i nuovi concetti emanati dal Dipartimento.

Le risposte sono negative, in particolare si tratta nella maggior parte dei casi di persone in età non più giovane, con attività lavorativa lontana da Mendrisio, di conseguenza, secondo i nuovi e moderni concetti d’intervento, risulta inadeguato un loro inserimento.

Il Corpo è sollecitato a più riprese per importanti interventi; il 25 marzo un nuovo incendio si sviluppa presso la Torcitura Segoma di Riva San Vitale, interamente ricostruita dopo il rovinoso incendio del 1956. Il fuoco violento, a causa della presenza di materiale altamente infiammabile (fibre sintetiche in tèrylene) distrugge la parte del magazzino.

I pompieri di Mendrisio, coadiuvati in seguito dal colleghi di Chiasso, riescono ad impedire alle fiamme, alimentate da un fortissimo vento da nord, di propagarsi a tutta la fabbrica e alla vicina abitazione del custode. In quell’occasione viene impiegato il rimorchio di 250 kg polvere SICLI appena avuto in dotazione.

Il 10 maggio il Corpo, unitamente ai pompieri di montagna di Meride e Riva S. Vitale, è impegnato per un vasto incendio sulle pendici del Monte San Giorgio: intervento protrattosi sull’arco di alcune giornate. In quell’occasione, i militi sono sostenuti nell’opera di spegnimento da un velivolo Pilatus dotato appositamente di un serbatoio d’acqua, che si riforniva direttamente nel lago Ceresio.

Il 13 maggio, a poche ore di distanza dal rientro dell’intervento del Monte San Giorgio, alle ore 1400 scatta nuovamente l’allarme: il fuoco sta distruggendo la falegnameria Mobilificio Cavalieri & C. ubicata nel nucleo storico di Mendrisio in via Stella. Dopo due ore di intenso lavoro i pompieri di Mendrisio, coadiuvati dai colleghi di Chiasso, hanno la meglio riuscendo a circoscrivere l’incendio evitando la possibile propagazione alle abitazioni vicine. In un primo momento il pericolo era talmente serio da indurre il Cdt a preallarmare anche i colleghi di Lugano. La falegnameria viene completamente distrutta mentre le abitazioni circostanti sono totalmente salvate e per niente intaccate dalle fiamme.

1964
L'arrivo dell'autocarro MOWAG Tamini

Ha inizio una nuova era per il movimento pompieristico ticinese. Il Lod. Dipartimento delle Finanze, Ufficio incendi, consegna ai sei Corpi di I° Gruppo (Chiasso, Mendrisio, Lugano, Bellinzona, Locarno e Biasca) una nuova autobotte. Trattasi dell’autocarro MOWAG Tamini, equipaggiato con una cisterna di ca 2'000 litri di capacità, una pompa alta pressione (ca 40 bar) e una pompa a media pressione (ca 18 bar), con possibilità di impiego per l’aspirazione da prese d’acqua a cielo aperto (lago, fiume, ecc.) o alimentata direttamente dall’idrante. Inoltre vi è un assortimento completo di materiale atto alla stesura di condotte di trasporto e spegnimento, come pure il necessario per la produzione della schiuma di spegnimento.

1962
Ezio Bellati è in nuovo Comandante

Il Cap Arturo Caldelari termina la sua attività e il Municipio nomina l’allora Vice Comandante Iten Ezio Bellati alla conduzione del Corpo con il grado di Capitano.

1958-60
La riorganizzazione del corpo

Considerato che il Corpo viene sempre più sollecitato ad intervenire nei Comuni limitrofi, in questi anni il Cdt Caldelari dà inizio alla riorganizzazione del Corpo pompieri. Vengono formalizzate le diverse convenzioni con i Comuni della regione e più precisamente: 
Mendrisio, quale sede centrale del Corpo. I pompieri dei paesi di Capolago, Melano, Rovio, Riva San Vitale, Brusino, Rancate, Besazio, Arzo, Tremona, Meride, Ligornetto, Stabio, Genestrerio, Coldrerio, Castel San Pietro, Salorino, Casimaa, Monte mantengono solo parzialmente i loro Corpi.

Il Corpo consortile del Vigili del fuoco prende quindi forma legale. È questa un iniziativa coraggiosa che preannuncia una nuova epoca per la vita comunitaria con la soluzione di altri importanti problemi in consorzi, quali: scuole, depurazione delle acque, raccolta rifiuti, ecc.

1956
L'incendio della Torcitura di Segoma

La notte del 13 aprile, un furioso incendio distrugge la Torcitura di Segoma in territorio di Riva San Vitale. Lo stabilimento, costituito da due ali a forma di angolo retto, era adibito alla lavorazione della seta. Il bagliore delle altissime fiamme era visibile da Mendrisio e da Melide. A combattere le fiamme oltre ai pompieri del Borgo vengono chiamati i colleghi di Chiasso. L’allarme giunge quando oramai il fuoco aveva già intaccato tutto lo stabile. Nonostante l’immenso sforzo profuso dagli uomini presenti, lo stabilimento va completamente distrutto. I mezzi a disposizione per combattere questo tipo di evento non sono sicuramente sufficienti ad una tale situazione di grandezza, in modo particolare il tipo di costruzione contenente molte parti di legno e i materiali prodotti altamente infiammabili.

Nel medesimo anno il Corpo si equipaggia di ulteriori mezzi per la lotta contro il fuoco. In modo particolare viene trasformato il veicolo “Dodge Weapon”, (acquistato d’occasione nel 1955 dal Garage A. & M. Bizzozzero di Berna), una Jeep in dotazione anche nel nostro Esercito. Il Cdt Caldelari, di professione architetto ma con il “pallino” dei mezzi antincendio, sviluppa il progetto di trasformazione, opera pionieristica che dà inizio ad un nuovo metodo di lotta contro il fuoco. L’importanza era di disporre di un veicolo che potesse trasportare acqua per il primo immediato intervento e nel medesimo tempo avesse a disposizione una pompa per l’aumento della pressione. L’equipaggiamento consisteva quindi in un veicolo con applicata sul retro una pompa (motopompa Haefeli del 1935) e sul ponte un serbatoio della capacità di 1500 litri di acqua.

Questo veicolo, così trasformato, in pratica fu una delle prime autobotti dei pompieri, ad un prezzo abbordabile, circolante in Ticino.

1951
Gli anni 50'

Le abbondanti precipitazioni di novembre provocano lo straripamento di fiumi e laghi. In modo particolare, la regione del Mendrisiotto è sottoposta al fenomeno degli allagamenti dovuti alla fuoriuscita del fiume Laveggio con conseguente innalzamento del lago Ceresio.
Il villaggio di Riva San Vitale viene allagato così tanto da doversi muovere con la barca anche in centro paese.
Il Corpo pompieri deve intervenire a più riprese per evacuare cantine e locali completamente invasi dall’acqua.

1948
Una nuova era dopo la guerra

Il parco materiale viene ulteriormente potenziato. Oltre agli estintori a schiuma ed anidride carbonica (CO2), il Corpo viene dotato di moderni apparecchi per la protezione della respirazione (difesa contro i gas), apparecchi che permettono ai militi di combattere gli incendi dall’interno e quindi essere isolati dall’aria ambiente, fumo, ecc.

Il Corpo effettua la passeggiata, meta Grono GR. La trasferta viene effettuata con l’autocarro dell’Ufficio Tecnico Comunale di Mendrisio e per l’occasione vengono approntate delle panche sul ponte allo scopo di permettere ai militi di rimanere seduti.
Il Cdt Cap Cornelio Bernasconi, dopo sedici anni di conduzione del Corpo, rassegna le dimissioni. Il comando viene quindi assunto dal Cap Arturo Caldelari.
Con gli anni 50, l’industria è sempre più presente sul territorio e nuovi compiti spettano ai pompieri in fatto di intervento.
E’ risaputo che l’industria porta molto benessere, specialmente per quanto concerne l’occupazione. Parallelamente aumentano i problemi legati a fattori che determinano pericoli legati al fuoco, agli inquinamenti, ecc.

1947
Una scala aerea meccanica

Viene assegnata al Corpo pompieri una moderna scala aerea meccanica (Schenk), a quel tempo unica nel suo genere in tutto il Cantone.

1946
La fine della Seconda guerra mondiale

Subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, il Corpo pompieri di Mendrisio riceve dalla Stato il giusto riconoscimento ed è iscritto nei Corpi pompieri di 1° gruppo.

All’inizio del 1946 si apre per il Corpo pompieri l’era della motorizzazione. Il Dipartimento delle finanze consegna un automezzo (Dodge) equipaggiato con materiale di primo intervento.

L’Autorità comunale di Mendrisio consegna al Corpo l’autocarro Berna. Veicolo a suo tempo impiegato per i servizi Comunali (trasporto materiale, servizio raccolta rifiuti, ecc) viene dato alla Carrozzeria Beniamino Verga di Coldrerio per la trasformazione in carro attrezzi secondo le esigenze dei pompieri. Oltre al trasporto di materiale di spegnimento (tubi, lance, estintori, servizio condotte in generale, scala a gancio, ecc.), il veicolo è adibito anche al trasporto di uomini, circa una dozzina sul ponte posteriore.

1935
Acquisto della motopompa Haefeli

Acquisto della motopompa Haefeli, con la partecipazione del Comune e dei sussidi dello Stato.

1933
Il comandane viene dotato di un apparecchio telefonico

Il Municipio autorizza l’installazione di un apparecchio telefonico nell’abitazione del Comandante del Corpo, il numero di chiamata è il 300.

1932
Il fascismo dilaga, il Corpo si scioglie

Il 22 maggio di quell’anno, è prevista l’inaugurazione del monumento ai caduti italiani. La Municipalità di Mendrisio, con lettera del 20 maggio, ordina al Comando del Corpo pompieri di delegare alcuni militi per partecipare alla manifestazione in programma presso il cimitero del Borgo. Lo stesso giorno tutti i pompieri sottoscrivono una lettera indirizzata alla Municipalità, nella stessa è manifestamente espresso il loro rifiuto di rappresentare il Corpo ad una manifestazione “straniera”.

Si era agli albori del dilagare del fascismo nel nostro Cantone.
In conseguenza a questi episodi, il Corpo si scioglie; la Municipalità è costretta a ripiegare sui Corpi pompieri di Balerna, Chiasso e Lugano, secondo accordi dei rispettivi Municipi per garantire l’intervento sul territorio comunale in caso d’incendio o altra richiesta.

Il 6 ottobre, scoppia l’incendio della fabbrica di serramenti di Perucchi Anselmo in zona Cercera a Mendrisio. La struttura viene totalmente distrutta dalle fiamme nonostante l’intervento dei pompieri di Lugano in unione ad alcuni militi dell’ex Corpo disciolto. Nelle immediate settimane successive, il Municipio affida l’incarico di Comandante al Sig. Cornelio Bernasconi il quale ha il compito di ricostituire il Corpo.

1929
Nuovo sistema d'allarme elettrico

L’attuale sistema d’allarme dei militi, campana a martello e cornetta, è sostituito con l’istallazione di una sirena a comando elettrico: la stessa è posata sul tetto del palazzo comunale.

1914-18
Prima guerra mondiale

Periodo della prima guerra mondiale, l’attività del Corpo si limita unicamente agli interventi, quindi nessuna manifestazione a livello locale e cantonale quale, raduni, concorsi, ecc..

1911
Arnoldo Radaelli nuovamente richiamato alla funzione di comandante

Il Sig. Arnoldo Radaelli è nuovamente richiamato alla funzione di comandante del Corpo, in sostituzione al dimissionario cap Antonio Brenni.

Viene acquistato il 1° carro a naspo; questi permette una veloce stesura delle condotte di spegnimento dall’idrante in direzione del lanciere.

1906
1° Corso cantonale ticinese

I militi del Corpo partecipano al 1° Corso cantonale ticinese tenutosi a Bellinzona dal 26 al 30 marzo.
Quale nuovo Comandante è nominato il Sig. Arnoldo Radaelli

1906
Antonio Brenni nuovo comandante

Il Cap Arnoldo Radaelli dà le dimissioni dal Corpo. Il Municipio nomina il Sig. Antonio Brenni quale nuovo comandante.

1901
Le dimissioni del Torriani

Dimissioni del Capitano N. Torriani: il Sig. Augusto Bernasconi è chiamato ad assumere il comando del Corpo.

1896
Il furioso incendio alle Cantine

Il 16 aprile un furioso incendio si sviluppa a Mendrisio nella zona fra le Cantine di Vignoo e la rupe di San Nicolao. Le fiamme, a causa di un forte vento, mettono in serio pericolo la chiesa dell’Eremo S. Nicolao. I pompieri, che allora disponevano di mezzi rudimentali per quel tipo d’incendio, evitano l’ulteriore propagarsi delle fiamme e già nella serata il fuoco si poteva considerare sotto controllo.

1895
Acquisizione nuovi strumenti

Il Comandante N. Torriani richiama la Municipalità per la sostituzione del materiale in disuso delle pompe a mano con l’aggiunta di:

1894
Incarico a Giovanni Torriani

A seguito delle dimissioni per ragioni di salute ed impegni professionali dell'allora comandante Costante Pedroni, la Municipalità, il 10 aprile, offre l'incarico a Giovanni Torriani, comproprietario dello Stabilimento meccanico e fonderia di Salvatore Torriani a Mendrisio.

Neanche quattro giorni dopo (16.04.1894), Giovanni Torriani rinuncia alla carica per imperiosi impegni di famiglia.
In effetti la causa va ricercata nel poco chiaro andamento del servizio dei pompieri di allora; infatti già il 10 aprile il sig. Angelo Fontana, membro della Commissione municipale e incaricato dal Municipio, presentava nuove proposte per il riordinamento del Corpo pompieri, proponendo di sciogliere il precedente. La scelta di nuovi pompieri doveva farsi fra muratori, falegnami, lattonieri, fabbriferrai e meccanici, ed in preferenza fra quegli artigiani nubili o senza prole, che passarono il maggior tempo del loro lavoro nella Svizzera interna.
La Municipalità nomina infine, ancora in aprile, Nicola Torriani quale nuovo comandante del Corpo pompieri. Lo stesso, in un suo rapporto, fa presente all'Autorità comunale che in seno al Corpo è intervenuta una crisi dovuta a rilassatezza dei militi, confrontati a mancanza di adeguate attrezzature/strutture.

Il municipale on. Angelo Fontana, già incaricato in precedenza di esaminare le problematiche dei pompieri, presenta un nuovo progetto di Regolamento e miglioramenti delle attrezzature; nel contempo propone di fissare a 55 anni l'età massima di appartenenza al Corpo.
Dal primo rapporto d'attività stilato per la Schweizerischer Feuerwehrverein, alla quale il Corpo aderì in quell'anno, risulta che non vi furono interventi e si tennero No. 8 esercitazioni.

1890
L'incendio di Villa Argentina

Un grosso incendio si sviluppa a Mendrisio in Villa Argentina, nella quale i proprietari Giovanni (Juan) e Alfonso Bernasconi tenevano da 30 a 40 cavalli che impiegavano per far la spola da Milano a Mendrisio. Il Corpo pompieri entra in azione; l'impegno e la tenacia dei suoi militi hanno ragione del fuoco, evitando così il peggio. I proprietari avranno parole di elogio per il lavoro prestato dai pompieri.

1883
Nuovo Regolamento generale

La Municipalità del Borgo solleva la problematica circa il risarcimento dei costi di intervento fuori comune, chiedendo un parere ai Municipi di Bellinzona e Locarno, poiché sovente sia proprietari di beni e anche Società assicuratrici rifiutano di rimborsare le spese. Questi ultimi informano che non vi è alcun obbligo o procedura costante e sicura; pertanto il problema resta insoluto.

Il 30 maggio viene approvato il nuovo Regolamento generale del Corpo pompieri ed il Municipio procede alla rinomina dei 30 pompieri (ricostituzione), secondo le proposte dell'allora comandante Costante Pedroni.

II Corpo è così formato (estratto art. 1 Regolamento) da:

L'iscrizione volontaria di allora al Corpo prevedeva un servizio obbligatorio minimo di quattro anni.

1868
Introduzione di tute da lavoro

Il 21 giugno in seguito all'incendio della fornace del sig. Pietro Brentani in territorio di Stabio (notte 14/15 giugno), il comandante G. Torriani presenta un rapporto sul quale espone il bilancio del lavoro svolto e sull'attrezzatura del Corpo, proponendo per quest'ultima diverse migliorie in particolare sul materiale d'illuminazione.

I pompieri di allora operavano in abiti propri, con segno distintivo. Vista la necessità, viene proposto l'acquisto di una tuta da lavoro (tunica corta e pantaloni) sul modello adottato dalla Confederazione per le truppe di artiglieria e cavalleria, nonché di un elmo in cuoio. Tuttavia i pompieri devono attendere ancora diversi anni prima di disporre della prima uniforme.

Il Corpo pompieri lamenta in quell'anno la perdita del suo primo comandante Giuseppe Torriani, vittima del dovere durante i lavori di spegnimento di un furioso incendio divampato il 2 febbraio nell'edificio annesso alla cartiera di Mendrisio di proprietà dell'avv. Cosimo Borella.

Il 2 aprile la Municipalità di Mendrisio nomina quale nuovo comandante dei pompieri il sergente Costante Pedroni. Fu sua prerogativa la riorganizzazione del Corpo con il potenziamento degli effettivi (Compagnia da 30 a 40 elementi, più giovane, obbediente, coraggiosa e... intelligente!), il rinnovo dell'equipaggiamento e la revisione/aggiornamento del Regolamento generale.

L' Arsenale cantonale fornisce 39 elmi militari in disuso; vengono inoltre confezionate dal sarto Carlo Romegialli 30 uniformi al prezzo di fr. 5.-- cadauna.

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1867
Gli inizi

La frequenza e la pericolosità degli incendi di boschi e nel vecchio nucleo di Mendrisio, costituito da case rustiche con stalle e fienili, aveva già sollevato preoccupazioni tra i nostri borghigiani che, già nel 1649, chiedono al Landfogto una grida contro gli incendiari stanziando un premio di 12 scudi al rilevatore. Fino verso la metà del secolo scorso la Comunità ancora non disponeva di un servizio organizzato di prevenzione, di estinzione degli incendi e di lotta contro altre calamità. Ci si affidava, nell'emergenza, all'intervento volontario dei cittadini più validi. Dai verbali del Comune si rileva che, nel 1866, nell'intento di ovviare a tale lacuna, la Municipalità incaricava i cittadini Salvatore Torriani e Antonio Bolzani all'acquisto di due piccole pompe per gli incendi e di no. 20 secchi di corda per cadauna pompa. Si decideva nel contempo di istituire un Corpo pompieri comunale. Il 20 agosto 1866 Salvatore Torriani presenta alla Municipalità disegni e preventivo per la fornitura delle pompe a mano a sistema aspirante-premente, sul modello già adottato dai pompieri di Milano; le stesse erano munite del seguente equipaggiamento: 10 metri di tubi in gomma e rame per l'aspirazione, 50 metri di tubi in corda con bocchettone di ottone ed accessori, 20 secchi di corda. La Municipalità passa all'ordinazione delle due pompe a mano per una spesa complessiva di fr. 2'526.--. Il 24 dicembre 1866 la Cancelleria municipale apre l'iscrizione volontaria al costituendo Corpo con scadenza al 15.01.1867.

1867
Progetto di Regolamento generale e interno

L'11 marzo 1867 l'Esecutivo comunale approva il progetto di Regolamento generale e un Regolamento interno e disciplinare; nomina Giuseppe Torriani quale primo comandante del costituendo Corpo pompieri.

Al termine dell'iscrizione volontaria alla quale aderiscono 38 persone, su preavviso della speciale commissione composta dall'avv. Augusto Baroffio, Antonio Bolzani e Antonio Mantegazza, l'8 aprile il Municipio sceglie e designa i seguenti volontari:

Sergenti:
Antonio Cattaneo e Costante Pedroni;
Caporali:
Luigi Croci fu Giuseppe, Riccardo Thiele, Giuseppe Romano fu Giovanni e Luca Romagialli fu Giuseppe;
Pompieri:
Antonio Baragiola, Giacomo Bernasconi fu Venanzio, Giuseppe Boffi di Giuseppe. Giuseppe Calderari fu Franco, Andrea Camponovo di Carlo, Giuseppe Ceppi di Gaspare, Angelo Crivelli di Franco, Carlo Garobbio fu Giovanni, Bartista Lurà di Cosimo, Giuseppe Mantegazza, Luigi Mantegazza, Antonio Medici di Giovanni, Andrea Pelli, Carlo Ricci, Eusebio Riva e Domenico Sulmoni di Francesco.

Viene così costituito il primo Corpo pompieri di Mendrisio.